Padre Giulio Bevilacqua C.O. (1881 - 1965)
Cardinale di Santa Romana Chiesa del Titolo Diaconale di S. Girolamo della Carità |
Padre
Giulio Bevilacqua, ultimo di dieci figli, nasce ad Isola della Scala
(Verona) il 14 settembre 1881, da Matteo, commerciante e da Oliari
Carlotta. Nello stesso anno la famiglia si trasferisce a Verona, dove
Giulio inizia la carriera scolastica e subito si distingue per la vivacità
d'ingegno e per l'irrequietezza del carattere. L'incontro
coi Padri Filippini dell'Oratorio di Brescia, detti "Padri della
Pace", è dovuto ad un buffo equivoco. Il padre Matteo pensava che l'alunnato
per i chierici istituito da Padre Antonio Cottinelli fosse un normale
collegio, quindi lo tolse ben presto dalla Pace. A Verona compie gli studi
superiori, ma il giovane non dimentica la mite e paterna figura del
maestro Padre Cottinelli e degli altri novizi. A
Verona la grande personalità di Monsignor Manzini e la sua concreta opera
sociale influiscono sul giovane Bevilacqua che, terminati gli studi
liceali, si reca a Lovanio dove si iscrive all’Istituto di scienze
sociali, conscio dell'urgenza di tanti nuovi problemi. Qui conosce ed ha
come insegnante il futuro Cardinale Desiderato Mercier, una personalità
che incide sull'animo e sulla formazione del Bevilacqua. Nel 1905 si
laurea in Scienze sociali, discutendo la tesi sui sindacati in Italia,
tesi che viene pubblicata in Torino nel 1906 dall'Editore Bocca con il
titolo: "Saggio sulla legislazione operaia in Italia". Il
Bevilacqua torna in Italia con un orientamento sacerdotale. Si presenta
dai Padri Filippini di Brescia chiedendo di poter entrare a far parte
della Congregazione. Viene ordinato sacerdote da S. E. Mons. Corna
Pellegrini il 13 giugno 1908. La sua vita filippina lo porta in due
direzioni: l'istruzione religiosa dei giovani studenti (tra i suoi
ascoltatori ricordiamo G. Battista Montini, il futuro Paolo VI) e il
decoro del culto liturgico. A poco a poco la gamma dei suoi interessi
tocca il problema religioso come quello culturale, quello sociale come
quello liturgico. Quando
1'Italia entra in guerra nel maggio 1915, padre Bevilacqua chiede di
arruolarsi più volte. Gli viene negato. Il vescovo di Brescia Giacinto
Gaggia lo manda a Precasaglio, piccolo paese della Valle Camonica, come
parroco. Là presta l'assistenza spirituale alle truppe impiegate nella
zona del Tonale-Adamello. Ma la sua missione fra i giovani esige da lui
una partecipazione diretta al loro sacrificio, e ottiene di dividerne le
sorti dal 1915 come Ufficiale degli Alpini. Nella
Battaglia dell'Ortigara, dal 19 al 26 giugno 1917, fu fratello e padre del
suo battaglione, sempre pronto a consolare e ad incitare, dimostrando
grande sprezzo del pericolo. Due medaglie al Valore militare sono il
riconoscimento ufficiale. Nel 1917 la sua Compagnia viene accerchiata
dagli austriaci e, dopo una lunga resistenza, fatta prigioniera. Egli
viene condotto in Boemia, prima nel campo di Hart e poi nel castello di
Horovice. Dopo undici mesi di prigionia, il 6 novembre 1918, Padre
Bevilacqua torna a Brescia portando il ricordo di esperienze eccezionali.
Scrive il libro "La luce nelle tenebre", pubblicato nel 1921 con
prefazione di Padre Agostino Gemelli. Importanti punti di riferimento per
i giovani sono le posizioni che Padre Giulio Bevilacqua prende nei
riguardi dei due principali movimenti politici, venutisi a creare nel
dopoguerra: il bolscevismo ed il fascismo. Del
primo dichiara la sostanziale debolezza interna, del secondo riconosce
subito la inconciliabilità con i principi cristiani. Nel 1922 organizza a
Brescia il primo Congresso Nazionale liturgico nella Chiesa della Pace, da
cui prenderà le mosse tutto il movimento liturgico pastorale in Italia.
Nel frattempo viene nominato Preposito della Congregazione bresciana dei
preti dell'Oratorio. Nel
1928, il giorno dell'Epifania è costretto a lasciare Brescia per sfuggire
alla persecuzione dei fascisti. Arriva a Roma e trova asilo nelle casa
dell'amico don Giovanni Battista Montini. Anche qui Padre Giulio comincia
subito a lavorare come Segretario dell'Opera per la Propagazione della
fede. E' un campo di grandissima importanza religiosa che richiede attività,
erudizione e carità. A Roma partecipa ancora direttamente alle iniziative
dei due movimenti F.U.C.I. e dei Laureati Cattolici collaborando alla
rivista "Azione fucina" e più tardi alla rivista "Studium". Nel
1933 può ritornare a Brescia, alla "Pace". Ricomincia così la
sua opera apostolica tra i giovani contribuendo a fare dell'Oratorio
bresciano uno dei più importanti centri di apostolato giovanile. Pubblica
nel 1937 il suo libro "L'uomo che conosce il soffrire", frutto
della rielaborazione di alcuni articoli. Scoppia le seconda guerra
mondiale. Il cinquantanovenne Padre Bevilacqua parte per la guerra,
consapevole di dover portare ancora una volta la propria testimonianza. Dal
1940 lo troviamo cappellano militare in marina, prima sulla nave ospedale
"Arno", poi sulla corazzata "Andrea Doria". Riceve
ancora una medaglia al valor militare oltre a nuovi entusiasmi e nuove
amicizie. Negli anni fra il 1944 e 1945 a Roma ritrova l'amicizia di Mons.
Giovanni Battista Montini, ormai Sostituto della Segreteria di Stato di
Pio XII. Ritornato a Brescia nel 1945 viene nuovamente chiamato a
ricoprire la carica di Preposito della Pace e qui riorganizza le attività
educative dell'Oratorio filippino. Nel
1946, con altri studiosi, fonda una delle più impegnate riviste culturali
del tempo: "Humanitas". Rielaborando poi alcuni articoli
pubblicati sulla rivista, nasce il libro "Equivoci, mondo moderno e
Cristo". A 68 anni si trova ad essere parroco di una nascente
parrocchia della periferia di Brescia. Quella di S. Antonio (una
parrocchia di periferia) è una parrocchia di pionieri. La nuova chiesa,
costruita su disegno dell'ing. Vittorio Montini, viene aperta al pubblico
nel 1950. Qui Padre Bevilacqua ha 1a soddisfazione di poter vedere
realizzate alcune sue idee in fatto di liturgia. La struttura edilizia del
tempio ne parla: il pavimento che gradatamente declina a concentrare tutta
l'attenzione sulla mensa nuda, semplice. Nel 1960 la parrocchia è
corredata di scuola materna, di oratorio maschile e femminile, di campo
sportivo, di salone cinematografico. Il
22 agosto 1960 viene nominato membro della Commissione preparatoria
liturgica del Concilio. Segue con costanza e con perizia i lavori della
commissione e partecipa alla elaborazione, con un contributo determinante,
alla Costituzione "De Sacra Liturgia" approvata il 4 dicembre
del 1963. Nel 1964 viene nominato membro del Consilium ad exeauendam
Constitutionem Liturgicam". Durante
il Concilio stringe amicizia con Jean Guitton ed ha la gioia di vedere
eletto al soglio pontificio il suo amico Card. G. B. Montini, a lui tanto
caro. Partecipa come ospite ai viaggio in Palestina con Paolo VI. Nel 1965
Paolo VI tiene il suo primo Concistoro per la creazione dei nuovi
cardinali e costringe Padre Bevilacqua ad accettare la porpora lasciandolo
pure parroco a S. Antonio. Il
15 febbraio 1965, nella Chiesa dei Santi Patroni Faustino e Giovita, viene
consacrato Vescovo. Il 22 febbraio riceve la porpora e Paolo VI lo creò
Cardinale del titolo diaconale di S. Girolamo della Carità, dove S.
Filippo Neri svolse la sua pastorale dell'Oratorio prima di trasferirsi
alla Vallicella. Poi torna ad essere il parroco di sempre, con la sua solita veste nera e con le stesse preoccupazioni. Ormai é stanco e profondamente minato dal male. Muore assistito dal suo confratello Mons. Carlo Manziana C.O., vescovo di Crema, il 6 maggio 1965 ed è sepolto nella cripta della sua amata Chiesa della Pace, dove spicca il suo stemma con il motto: "Virtus in infirmitate".
Per approfondire la figura del Cardinale Bevilacqua: 3) "Credo in Dio e credo nell'uomo", preghiera scritta dal card. Bevilacqua
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